L’Albero della Manna

di F. Tarantino

manna_002A Supersano era nota la presenza fin dal ’700 del Frassino meridionale (Fraxinus Oxycarpa) nel Bosco Belvedere, pianta spontanea citata da alcune fonti in questi luoghi. A Supersano vi è un altro albero di Frassino nel Meridione d’Italia: è il Frassino orniello (Fraxinus ornus), detto “albero della manna” coltivato e non spontaneo fin dal Medioevo (XII-XIV secolo). Era coltivato perché produceva dalla linfa una sostanza dolce e medicamentosa chiamata “manna”¹. Proprio a Supersano vi è una delle più importanti e belle cripte di culto greco del Salento Meridionale, a dimostrazione della grande cultura dei suoi costruttori ed utilizzatori; ancora oggi il luogo è sede del conosciuto “Santuario della Madonna di Coelimanna” ove si narra vi sia stata un’apparizione della Madonna. Il prof. Emilio Panarese, storico locale, ha esplicitamente affermato che il toponimo è da collegare alla storia del luogo.

Egli, infatti, ritiene che della chiesa-cripta bizantina di Coelimanna o Cirimanna o Virgo Manna Coeli, lungo la serra di Supersano, nei pressi del cimitero, si conosca bene la decorazione parietale, ma che nessuna ipotesi sul toponimo (Coeli-manna) sia stata finora mai avanzata. E’ assai verosimile, dunque, che in età tardomedievale alcuni anacoreti abbiano coltivato questa specie di frassino (Fraxinus ornus o orniello o orno) per estrarne con tecniche rudimentali la manna (usata soprattutto come blando lassativo e come integratore alimentare) e che la cripta in cui pregavano e riposavano, confinante con l’immenso bosco di Belvedere, per questo motivo sia stata da loro intitolata “Coelimanna”. Ecco quindi che a due passi dalla cripta cresce e si sviluppa un alberello di orniello a riprova di quanto la storia ha costruito. La natura, sempre generosa con gli uomini, ha conservato questa pianta per oltre 800 anni.


¹ Sui caratteri storici e colturali della ‘manna’, cfr. A. CAGGESE-F.TARANTINO, Manna dal Cielo: Fraxinus ornus L, tra leggenda e pellegrinaggi, «Il nostro Giornale», a. XXXVII-n. 78, Supersano, 7 luglio, p. 24.