L’Arrivo dei Normanni

di M. A. Bondanese

normanniLa sala successiva è dedicata al territorio di Supersano dopo la conquista normanna e alla “motta” di Specchia Torricella¹. Una suggestiva ricostruzione grafica illustra le caratteristiche di questo rilievo artificiale fortificato sul quale, in origine, era edificata una torre in legno. La motta, testimone del primo sistema difensivo normanno, era cinta da un fossato e, forse, da un piccolo insediamento militare sottostante al fortilizio. Nel suo complesso, la struttura era stata eretta a guardia del territorio e dello straordinario patrimonio boschivo di Belvedere. Di età federiciana e angioina sono i resti pregevoli di protomaioliche e di manufatti invetriati policromi ritrovati nell’area di Masseria Stanzie e Casale Sombrino. Questi insediamenti erano strategici anche come luoghi di sosta lungo le direttrici viarie del basso Salento, quali quelle che permettevano ai pellegrini di raggiungere Leuca e i porti da cui ci si imbarcava per l’Oriente e la Terra Santa.


¹ La motta era «un vero presidio della colonizzazione normanna sul territorio. (…) “Specchia Torricella” è una di quelle decine se non centinaia di motte che esistevano nell’Italia meridionale, che sono andate quasi tutte distrutte. Essa è miracolosamente salva» (P. ARTHUR, intervistato da E. FRASCARO, Lungo i sentieri del nostro passato, «Il nostro Giornale», a. XXII-n. 49, Supersano, 25 dicembre 1998, p. 15.

Il percorso di crinale

crinaleIn Puglia, terra di transiti e santuari, ricca di importanti arterie viarie come l’Appia e la Traiana, i contatti fra Oriente e Occidente erano facilitati anche da una fitta rete di sentieri, tratturi e strade secondarie. Vie di fede e di pellegrinaggio piuttosto, che costituivano, scrive Anna Trono un «sistema viario con molte alternative»¹, tra le quali si annovera il percorso di crinale Supersano-Ruffano, parte di un tragitto assai lungo che tagliava longitudinalmente il Salento delle Serre fino a Leuca. Nel percorso di crinale, «legato alla primitiva antropizzazione di questo territorio quando, presumibilmente, solo dalla sommità delle Serre si poteva avere un quadro territoriale significativo, mentre le valli erano coperte fittamente di boschi e di paludi»², erano incardinate anche la cripta della Coelimanna e la chiesa di S. Maria di Sombrino (compresa tra Masseria Stanzie e Casale Sombrino), di origine medievale. Lambendo la foresta di Belvedere, il sentiero di crinale era importante snodo di viandanti e pellegrini ed era intercettato, all’altezza di S. Maria di Sombrino, anche dalla via istmica Otranto-Gallipoli.


¹ A. TRONO (a cura di), Via Francigena, Galatina 2012, p.VI.
² A. DE BERNART-M. CAZZATO, S. Maria della Serra a Ruffano, Galatina 1994, p.15.