Il Paleolitico

di M. A. Bondanese

paleolitico_1Al piano superiore, le prime due sale introducono alla preistoria. Nel Paleolitico, il periodo più antico del suo cammino, l’uomo vive di caccia e di raccolta, adattandosi ai cambiamenti del clima e del paesaggio. Ricorrendo a tecniche di scheggiatura sempre più varie ed elaborate, trasforma materie prima come pietra, osso, avorio in manufatti utili per la vita quotidiana ma anche per le pratiche di culto. Le prime forme di arte prediligono i motivi della caccia e della fertilità, raffigurati sulle pareti di grotte e su frammenti di osso e di pietra. Anche nel Salento, durante il Paleolitico superiore (40.000-10.000 anni fa), si sviluppa l’arte legata al tema della fecondità, come testimoniano le Veneri di Parabita. Nel territorio di Supersano¹, in Località Scorpo e Masseria Falconiera sono stati rinvenuti strumenti microlitici, che dovevano essere immanicati in supporti di legno o di osso e servire come attrezzi buoni per vari usi. Punte in selce e calcare, bulini, grattatoi e raschiatoi originali sono in esposizione, affiancati da riproduzioni di strumenti litici e grandi pannelli didattici.


¹ Secondo Elettra Ingravallo, la «vicenda» di Supersano va messa a confronto con quelle di «Grotta delle Veneri di Parabita, per rimanere nel Salento, e con Grotta Paglicci per la Puglia e l’Italia in genere», databili a circa 20.000 anni fa e «sempre per rimanere a Supersano, sulla Serra S. Eleuterio, disseminata di grotticelle e ripari, numerosi strumenti, sia pure allo stato erratico, documentano un’intensa frequentazione dell’area» (E. INGRAVALLO, Il paleolitico di Supersano in P. ARTHUR-V. MELISSANO (a cura di), Supersano Un paesaggio antico del Basso Salento, cit., p. 33).