Lo Sviluppo di Supersano

di M. A. Bondanese

ill_CriptaNell’ultima sala si raccontano le vicende di Supersano dal Medioevo all’età moderna. Al XII secolo si può datare il torrione difensivo in muratura, primo nucleo del fortilizio potenziato nel Quattrocento dai principi Orsini del Balzo. Nei documenti del Cinquecento, Supersano è indicata come “terra” ossia un abitato a pianta regolare protetto da mura e castello, con al centro la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Abbattute le mura ed interrato il fossato del castello a metà Ottocento, il borgo, con un territorio ricco di masserie ed una quercia maestosa per stemma¹, assume la fisionomia attuale espandendosi nel corso del tempo. Incardinata nel percorso di crinale attraversato un tempo dai pellegrini, risale al Medioevo la chiesa rupestre della Madonna di Coelimanna, con il fascino intatto dei suoi straordinari affreschi. Un grande pannello ne illustra la struttura e le raffigurazioni, databili dal tardo XI sec. fino all’inizio dell’epoca moderna, che ne decorano le pareti. lucerna

Di particolare interesse sono l’affresco che rappresenta S. Michele il Sincello e alcune immagini della Vergine di epoca rinascimentale. Nel vano collocato a destra della cripta è presente anche un altare barocco, sulla cui origine riferisce Angelo Arnisi²; piccole lucerne in ceramica invetriata testimoniano il culto che si celebrava nell’antica cripta.


¹ Lo stemma, in cui era ricordata una quercia vetusta talmente grande – secondo la tradizione orale – da accogliere fino a quattro persone all’interno della sua cavità ma ormai ammalata per l’impossibilità della linfa di drenare dalle radici verso l’alto e quindi abbattuta nella prima metà del ‘900, è stato cambiato nel 1971. La nuova immagine rappresenta la pineta della Serra (piantumata per iniziativa del Sindaco, On. Sen. Arcangelo Magli, nell’immediato secondo dopoguerra), assieme alle foglie di ulivo e di quercia, richiamando dunque le tipicità dell’agro di Supersano.
²Angelo Arnisi, appassionato cultore di memorie supersanesi, rileva che tale altare apparteneva, in realtà, ad una chiesetta situata presso il «canale Santi Mitri» e distrutta durante lo scontro militare del 28 luglio 1528 fra le truppe franco-venete del generale Lautrec e quelle spagnole di Carlo V. «Durante lo scontro fu abbattuta anche la chiesetta, mentre l’altare rimase indenne» (A. ARNISI, Ritrovamento della immagine di Maria Santissima di Coelimanna, «Il mosaico», a. IV – n. 6, Supersano, giugno 2008, p. 3), venendo perciò recuperato e sistemato all’interno della cripta.